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DAL CORO: GLI ATTENTATI A PARIGI DI IERI SERA. Alcune riflessioni ‘tecniche’. Purtroppo
ieri sera è stata un’indimenticabile serata di sangue nella capitale francese.
In rapida successione sono stati perpetrati sei attentati terroristici al grido
di Allah akbar (‘Allah è grande’) con un bilancio al momento di 138 morti e di
circa 300 feriti (di cui molti in gravissime condizioni). I fatti sono noti a
tutti, le agenzie di stampa hanno fornito dettagliati e puntuali resoconti. In
questo momento i maggiori nemici sono l’emotività e lo sciacallaggio politico
che si polarizza intorno a principi estremi che costituiscono un ostacolo
anziché un contributo per intraprendere ferme misure che sono ormai
indifferibili per fronteggiare questa grave minaccia: da una parte è dannoso
alimentare la congettura che l’Occidente sia in guerra con tutto l’Islam, che
sia in atto uno scontro di civiltà, che debba essere visto in ogni musulmano un
potenziale terrorista: questo è un modo per supportare involontariamente il
jihadismo che vuole coalizzare tutto il mondo musulmano sunnita contro di noi,
mentre al contrario - come dimostra anche l’esperienza italiana degli apparati di
sicurezza contro le Brigate Rosse - è necessario innanzitutto isolare i
terroristi ed evitare che altri (in questo caso di religione islamica), vittime
di una propaganda che demonizza la società occidentale comprese le conquiste di
libertà e di democrazia, solidarizzino con i criminali. È altrettanto dannoso
un cieco e non circostanziato garantismo che rifiuta di prendere atto che siamo
in uno stato di guerra che richiede misure emergenziali, e che fa della grave
patologia una situazione di ordinaria fisiologia. Seguono alcune riflessioni:
- La perfetta regia
degli attentati consente di escludere che l'operazione sia stata posta in essere
da locali e isolate cellule dormienti. Al contrario, le modalità esecutive
suggeriscono che ci sia stato un accurato coordinamento esterno. Probabilmente
gli autori dei crimini sono foreign fighters, ovvero volontari stranieri di
ritorno dalla guerra siriana: i terroristi infatti avevano un’ottima conoscenza
del territorio parigino e della lingua francese, e una disinvoltura operativa
probabile risultato delle esperienze belliche maturate in Siria o in Irak. Il
loro modus operandi sembrerebbe di tipo qaedista.
- Non sembra
particolarmente rilevante discutere se i terroristi fossero emissari dell'Isis
o di Al-Qaeda. In realtà, a parte i non chiari rapporti fra le due organizzazioni,
Al-Qaeda di fatto agisce come il braccio armato dell’Isis in Occidente, mentre
lo Stato Islamico rivolge le sue attenzioni prevalentemente al mondo musulmano.
- Il fine
perseguito dai terroristi di matrice islamica è quello di colpire la vita ordinaria
di normali cittadini, allo scopo di diffondere la convinzione che nessuno in
Occidente possa sentirsi al sicuro. Gli attentati infatti sono stati perpetrati
all'inizio del fine settimana, quando cioè ognuno si rilassa dopo una settimana
di lavoro, e in luoghi di aggregazione alla portata di tutti, ovvero dei ristoranti,
lo stadio, un noto e popolare teatro.
- E’ evidente
che l'intelligence francese sia stata colta di sorpresa. Al riguardo è sempre
più necessario un efficiente cooperazione internazionale fra gli apparati di
sicurezza, rendendo più ampio lo ‘scambio di informazioni’, soprattutto quello
che riguarda l'universo jihadista di difficile ‘penetrazione’ per le diversità
linguistiche locali nelle quali si declina l'arabo standard, e anche in
relazione alla difficoltà di contrastare il terrorismo suicida. Una nota
positiva è che i nostri apparati di sicurezza e di polizia sono probabilmente
tra i più efficienti in Europa.
- Prendendo
atto di questa situazione emergenziale, sarebbe opportuno che anche altri Stati
europei cedano alla tentazione di prendere gli stessi provvedimenti adottati
dalla Francia, ovvero leggi speciali e ripristino di controlli alle frontiere.
Infatti in questo momento le Forze dell'Ordine, già in sofferenza per carenze
di organici e penuria di mezzi, devono essere messe nella condizione di operare
nella maniera migliore possibile per affrontare questa condizione di crisi. Le
leggi speciali, che consentono di operare più liberamente, sono una contingenza
negativa per la loro straordinarietà e per la loro incidenza sui diritti di
libertà, ma sono in questo particolare momento necessarie come analogamente
avvenne al tempo delle Brigate Rosse, o negli Stati Uniti con il Patriot Act
dopo l'11 settembre 2001, che rafforzò il potere dei corpi di polizia e di
spionaggio statunitensi. Per quanto riguarda invece la chiusura delle frontiere,
pur non essendoci un collegamento fra immigrazione e terrorismo (diversamente
un nesso da precisare sicuramente sussiste fra immigrazione e criminalità) tuttavia
in questa situazione di emergenza il ripristino dei controlli alle frontiere
appare opportuno in quanto le attività istituzionali connesse al flusso
migratorio contribuiscono a sottrarre energie alle forze dell'ordine e a
rendere più complesso il loro operare, mentre appare opportuno che ci si
concentri in maniera sempre più massiva sulla prevenzione dell'eversione
jihadista.
- Si deve
sempre mantenere alta l’attenzione per la via diplomatica nei confronti della
crisi siriana ed irachena, che non esclude iniziative belliche, e che
costituisce la fonte della destabilizzazione internazionale di cui i fatti di
Parigi sono una conseguenza.
- L'Isis ha
dichiarato di aver voluto punire la Francia per le sue decise iniziative
militari in Siria. Probabilmente dietro agli attentati vi è anche il
risentimento sunnita per un avvicinamento dell’Occidente al mondo sciita, di
cui l'Iran, ‘riabilitato’ dopo il noto accordo sul nucleare, è il massimo
esponente. Già da domani infatti avrebbe dovuto aver inizio una serie di visite
del Presidente iraniano Hassan Rouhani in Europa (lunedì sarebbe dovuto essere
a colloquio con Hollande). Il tour è stato rinviato. In altri termini ancora
una volta sullo sfondo del disastro c'è l'annoso conflitto fra mondo sciita e
mondo sunnita.
Roberto Rapaccini
Roberto Rapaccini
[i] Per motivi tecnici o di copyright alcuni articoli potrebbero non essere
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* Segnalato da Roberto Latini
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